L’esperienza dei Serpari di Cocullo è un bene prezioso da preservare e valorizzare. Aver tramandato modalità e tempi della raccolta dei serpenti nell’ambiente naturale ha dell’incredibile. Animali come i serpenti sono normalmente tenuti a distanza anche da chi lavorando i campi o pascolando il bestiame è solito trovarli nello svolgimento delle proprie attività. Qui, a Cocullo è esattamente il contrario.
La sensibilità sviluppata nei secoli è ancora viva nei serpari di oggi e non dimostra flessioni. Durante questo lungo percorso si è arrivati in un periodo storico in cui la società ha negativamente influito sul nostro patrimonio naturale. Da qui è nata la necessità di regolare le attività umane e tra queste ad esempio la raccolta degli animali selvatici attraverso una serie di leggi.
L’elevato valore culturale, associato da sempre a questa tradizione, consente ai serpari di avvalersi di una deroga alla legge nazionale e comunitaria. A concederla è il Ministero dell’Ambiente, a cui il comune ha fatto richiesta ufficiale. La comunità di Cocullo decide di fare di più. Continuando a mantenere viva la tradizione della festa nella sua interezza si costruisce un percorso che si prenda cura della salute degli animali così importanti per tutte le persone che vivono in questo paese.
Nasce così nel 2007 il progetto di conservazione che vede uniti erpetologi e serpari in uno scambio reciproco di informazioni. Dai libri sul campo i primi, il contrario i secondi. I serpari sono un incredibile fonte di informazioni che deriva da un’esperienza diretta vissuta tra le rocce delle montagne abruzzesi. A riunire questa mole di dati e a uniformarla e renderla leggibile in termini scientifici entrano in gioco gli erpetologi.
La fusione di queste conoscenze ha lo scopo di aumentare le notizie sulla biologia delle specie di serpenti impiegate durante la cerimonia della festa di San Domenico. L’ambizione è riuscire ad utilizzare i risultati che saranno raggiunti nel corso dei prossimi anni per conservare questi animali non solo a livello locale ma fornendo indicazioni che possano avere una validità per le popolazioni regionali e nazionali di ofidi. Il principio fondamentale è ricordare che un ambiente è sano quando tutte le sue componenti sono in equilibrio. I serpenti rivestono un ruolo chiave nelle catene alimentari. La loro presenza è indice di qualità, la loro assenza…no!
Arroccato su un poggio calcareo con una popolazione di circa 300 abitanti, Cocullo è un piccolo paese, compreso all’interno della Comunità Montana Peligna, circondato da parchi nazionali (P.N. della Majella e P.N. d’Abruzzo, Lazio e Molise), riserve naturali (R.N. Gole del Sagittario e Sirente-Velino), siti di importanza comunitaria (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS). Cocullo è famoso in tutto il mondo per il rito ofidico legato alla figura di San Domenico. Le radici del culto sembrano risalire a 2000 anni fa, quando nella terra del Fucino vivevano i Marsi, un’antica popolazione italica. Maneggiatori di serpi velenose, conoscitori di erbe, di formule magiche ed incantesimi, ai Marsi veniva associata la capacità di guarire gli umani dai veleni degli ofidi e i cani dalla rabbia. Nel corso del XVI secolo subentra la figura di San Domenico che fra il X e XI secolo, camminando dall’Umbria all’Abruzzo, avrebbe, con una serie di miracoli, liberato la popolazione locale dai serpenti velenosi. Cocullo era fino a pochi decenni fa luogo dove i pastori ed i montanari cercavano sostegno contro le avversità della natura, dai rischi legati ai serpenti al morso dei cani ma anche delle odontalgie e degli eventi calamitosi dannosi per l’agricoltura.
Quanti serpenti vivono in Italia? e in Abruzzo? e a Cocullo?
La nostra penisola è tra le aree geografiche d’Europa e del Mediterraneo con elevata diversità di vita e di paesaggio. L’Abruzzo è la regione dei parchi per eccellenza e conserva una percentuale elevatissima di piante e animali. Cocullo è crocevia tra parchi, riserve naturali, zone di protezione speciale e siti di importanza comunitaria.
In Italia vivono 18 specie di serpenti alcuni dei quali endemici ovvero presenti esclusivamente nel nostro paese (ad es. il saettone occhirossi) oppure molto localizzati come il colubro cappuccino sull’Isola di Lampedusa o il colubro ferro di Cavallo in Sardegna. Molti sono largamente diffusi e tra questi troviamo il biacco, la natrice dal collare e la vipera comune.
Il territorio di Cocullo rispetto alla potenzialità regionale (9 specie) si presta ad essere un luogo molto importante per la salvaguardia dei serpenti. Sette tipi diversi di ofidi strisciano tra i sassi di Cocullo: il cervone (Elaphe quatuorlineata), il saettone comune (Zamenis longissimus), il biacco (Hierophis viridiflavus), la natrice dal collare (Natrix natrix), il colubro liscio (Coronella austriaca), la vipera comune (Vipera aspis). Le due specie che mancano all’appello sono la coronella girondica, animale molto raro quasi ovunque e la vipera di Orsini che frequenta quasi esclusivamente ambiente appenninici al di sopra dei 1400 metri di quota.
Per ulteriori informazioni sulle specie di rettili abruzzesi è possibile consultare la recente pubblicazione:
Atlante dei Rettili d’Abruzzo – Casa Editrice Ianieri (collana Naturaviglia)
Per ampliare le conoscenza sui serpenti nazionali suggeriamo di consultare:
Atlante dei Rettili e Anfibi d’Italia – Ed. Polistampa
I serpenti della festa di San Domenico
A Cocullo vengono mostrati in genere cinque specie di serpenti. La specie protagonista è il cervone (Elaphe quatuorlineata), sia perché utilizzata per vestire la statua del Santo, prima che questa vada in processione per i vicoli del paese, sia perchè in grado di superare i due metri e mezzo di lunghezza (è il serpente più grande tra quelli italiani e tra quelli di maggior mole in Europa). Un serpente di tali dimensioni, seppure totalmente inoffensivo, anzi utile in quanto tra le prede vi sono varie specie di roditori, non poteva sfuggire a miti e leggende. Le altre specie sono: il saettone o colubro di Esculapio (Zamenis longissimus), il serpente rappresentato arrotolato su di un bastone (caduceo) simbolo dell’attuale professione medica, il biacco (Hierophis viridiflavus) e la biscia d’acqua (Natrix natrix). Raramente e in numero assolutamente esiguo è la cattura del piccolo colubro liscio (Coronella austriaca).
I serpari incominciano ad andare per serpi dopo la metà di marzo, quando gli ofidi incominciano ad uscire dalle tane di svernamento. Al Cocullo si è soliti dire: “San Giuseppe, prima serpe”. Alla fine della festa gli animali vengono liberati in prossimità dei punti in cui sono stati intercettati.
Ulteriori informazioni e curiosità sulle specie di serpenti ed in generale di rettili ma anche di anfibi presenti sul territorio sono presenti nella mostra documentaria erpetologica sita all’interno della sede comunale dove è possibile accedere anche al Percorso museografico sul rito di San Domenico
Legislazione nazionale e europea per la tutela della fauna
Entrando nel merito della legislazione in tema di tutela della fauna, una delle leggi italiane più importanti in questo settore è il DPR n. 357/97 che recepisce la direttiva europea 92/CEE detta “Direttiva Habitat” e tutela la maggior parte dei serpenti italiani. Per alcune di queste specie, tra cui il cervone, le nazioni devono individuare aree del territorio nazionale fondamentali per garantire il loro mantenimento in un buono stato di conservazione (Zone Speciali di Conservazione). Una delle misure di conservazione delle specie animali è il divieto di prelievo di esemplari dalla natura. In casi specifici, il Ministero dell’Ambiente ha il potere di concedere una serie di deroghe a questo divieto per motivi validi.
Cocullo ha ottenuto la deroga dal Ministero dell’Ambiente per il riconosciuto valore sociale e culturale? attribuito alla festa di San Domenico.
Alla luce di ciò i serpari e l’amministrazione comunale, sostenuti e coadiuvati da due ricercatori erpetologi, hanno deciso di avviare un progetto di conservazione e sviluppo molto ambizioso.
Ulteriori informazioni sulla legislazione e non solo possono essere cercate sul sito della Società Erpetologoca Italiana (SHI):
http://www-3.unipv.it/webshi/
La Societas Herpetologica Italica (S.H.I.) è una associazione scientifica che promuove la ricerca erpetologica di base e applicata, la divulgazione delle conoscenze sull'erpetofauna e la protezione degli Anfibi e Rettili e dei loro habitat.
Monitoraggio della salute dei serpenti
Quanti sono pronti a sostenere un progetto di conservazione a favore di animali negletti, temuti e spesso odiati quali i serpenti? Probabilmente pochi. Da quando si parla di conservazione della natura, numerose iniziative hanno cercato di incrementare popolazioni di animali del nostro paese che mostravano andamenti demografici negativi. Il lupo, l’orso, la lince, il camoscio d’Abruzzo, i grandi rapaci sono stati simboli eccellenti di un cambiamento delle politiche di gestione del patrimonio naturale nazionale. Mammiferi e uccelli sono le classi di vertebrati su cui si investe maggiormente. Il loro fascino è innegabile e questo attrae l’attenzione pubblica sulla tematica della conservazione. Tuttavia l’importanza ecologica e naturalistica dei serpenti è indiscutibile, anche se spesso poco nota o sottovalutata. In Abruzzo, terra dove si concentrano numerose di queste azioni di conservazione un Comune, Cocullo, ha avviato per la prima volta un progetto in aiuto delle popolazioni di serpenti, consapevole dell’importanza assoluta di questi animali anche in funzione del mantenimento di un’importante tradizione culturale e di uno sviluppo futuro sostenibile del Comune medesimo.
Molte popolazioni di serpenti e in alcuni casi addirittura specie, sono minacciate e/o sono a rischio di estinzione. E’ assai recente, per esempio, l’allarme su un presumibile declino globale dei serpenti, che coinvolgerebbe anche alcune specie italiane. Lo studio pubblicato nel 2011 su Biology Letters, rivista scientifica della prestigiosa e autorevole Royal Society, evidenzia alcuni allarmanti segnali di pericolo e ha destato preoccupazione tanto da essere stato rilanciato, tra gli altri, da BBC News e New Scientist.
In Italia secondo uno studio pubblicato nel 2000, ben oltre il 50% degli ofidi italiani è seriamente minacciato e potrebbe andare incontro ad un pericoloso declino
Oltre a ciò, i serpenti sono sempre più al centro degli interessi scientifici e conservazionistici in quanto considerati eccellenti indicatori dello stato di salute dei vari habitat terricoli e delle acque dolci e, dunque, di grande importanza per la gestione delle aree naturali e delle aree protette.
Questo progetto innovativo di conservazione è tra i primi del genere in Italia e in Europa
Obiettivi del monitoraggio sono:
Ulteriore obiettivo è l’ottimizzazione delle condizioni di stabulazione dei serpenti, divulgando l’applicazione di idonee metodologie di terraristica, acquistando terrari di standard elevato, il tutto mirato al mantenimento dell’integrità degli individui garantendo loro una minimizzazione dell’eventuale stress nel periodo di cattività e uno status fisico e di salute ottimale al momento del rilascio in natura.
La Mostra Documentaria Erpetologica
La mostra sui serpenti realizzata dal Comune di Cocullo nel 2010 con fondi europei (docup 2000/2006) della Regione Abruzzo nasce all’interno di un progetto di conservazione pensato per monitorare la salute dei serpenti raccolti per la festa di San Domenico. I serpenti che ogni anno, da secoli, adornano la statua del santo sono animali minacciati dalle trasformazioni dei loro habitat naturali ma anche da una serie di false informazioni legate a leggende rurali e culturali arrivate fino al giorno d’oggi.
Preservare attraverso la conoscenza , questo è lo scopo della mostra. Dare informazioni ai visitatori che permettano di conoscere meglio un gruppo di animali fondamentale per gli equilibri degli ecosistemi. Il progetto di conservazione risponde alla richiesta mondiale di arrestare la perdita di biodiversità fornendo il proprio contributo a livello locale, tangibile, concreto.
La mostra è articolata in quattro sezioni in cui vengono sviluppate le seguenti sezioni:
Nel 2011 la mostra è stata ampliata creando uno spazio terraristico dove verranno annualmente esposti i serpenti della festa. I cervoni presenti all’interno delle teche potranno così essere osservati da visitatori e da scolaresche e contribuire a migliorare la conoscenza di questo gruppo di vertebrati.
I serpenti rimarranno nelle teche esclusivamente nel periodo primaverile (fine marzo-inizio maggio) e verranno liberati i giorni successivi la festa di San Domenico.
A cura di:
Amministrazione Comunale di Cocullo - vai al sito del comune
Associazione Culturale Alfonso Di Nola
Pro Loco di Cocullo
I serpari di Cocullo
Responsabili scientifici del progetto: Gianpaolo Montinaro (Biologo) e Ernesto Filippi (Naturalista) in collaborazione con Gian Lorenzo D’Alterio (Veterinario); realizzazione analisi veterinarie: Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana (sede di Viterbo);
Fotografie: Adriano Savoretti (Fotografo Naturalista
www.adrianosavoretti.com)