UNA FESTA PER LA GENTE COMUNE E NON SOLO
Va in archivio, con un grande successo, l’edizione 2012 del “Rito dei serpari”/festa di san Domenico Abate di Cocullo.
Circa 20.000 persone hanno fatto da corona, nella giornata del 1° maggio, ai riti ed alla processione con la statua del Santo, vestito di Serpi.
Lo spostamento della data, deciso dall’amministrazione comunale d’accordo con la parrocchia e con la curia di Sulmona, non ha cresto problemi. Anzi, ha consentito ai tanti che negli altri anni non riuscivano ad essere presenti alla festa, di poter raggiungere Cocullo.
Numerose le compagnie di pellegrini: Atina, Sora, Fornelli, Chieti tra le altre, che hanno ripetuto con grande senso della devozione i riti della tradizione legata a san Domenico.
Visitatori da ogni parte d’Italia e d’Europa, sintomo evidente della fama raggiunta dalla festa cocullese.
Numerosi gli studiosi che hanno ancora una volta voluto misurarsi con un rito tra i più misteriosi e suggestivi tra quelli che si svolgono sul territorio nazionale.
Tra questi, ospiti dell’Associazione Alfonso M. di Nola, i professori Franco Cardini, Marina Montesano, Paolo Gambescia, Lia Giancristofaro, Emiliano Giancristofaro, Ireneo Bellotta, Claudio Corvino, Francesco Socciarelli, che hanno animato il dibattito che ha avuto luogo alla vigilia della festa. Nel corso di esso è stato proposto il “riconoscimento da parte dell’Unesco” della manifestazione cocullese. Un progetto al quale lavorerà la professoressa Lia Giancristofaro.
La processione ha concluso la festa, con alcune significative novità.
Innanzitutto la vestizione della statua, perfetta al momento dell’uscita dalla chiesa. Gli occhi del santo sono rimasti sgombri, segno beneaugurante sottolineato da un caloroso applauso. Poi, durante il tragitto, la caduta della corolla con le serpi, episodio che è divenuto l’aspetto mediaticamente da sottolineare. Ebbene, il momento rituale propiziatorio, secondo la tradizione, è quello della vestizione. E’ lì che guarda la credenza popolare. Poi, durante il tragitto, episodi come quello verificatosi quest’anno possono avere anche cause “esogene” determinate dalla ressa della folla, che non hanno alcuna valenza propiziatoria.
Da sottolineare il ritorno in forze della Chiesa locale, voluto tenacemente dal vescovo Angelo Spina, per tornare a sottolineare l’aspetto religioso della festa. E’ questo il valore attribuito alla presenza di tanti parroci provenienti dai vari paesi della diocesi.
Molti i sindaci presenti (Anversa, Goriano Sicoli, Villalago, Scanno, Bugnara, Prezza, Fornelli, Villamagna, Pretoro) con i gonfaloni dei comuni. Poche le altre autorità. Assente la Provincia. Assente anche la Regione Abruzzo, nonostante il fatto che il Rito cocullese sia diventato ormai uno dei messaggi mediatici più utilizzati per promuovere l’immagine della Regione.
In tanti hanno voluto far visita alla mostra multimediale, al museo delle Tradizioni popolari, all’Archivio ed al rettilario, la novità di questa edizione, elemento visibile di quel progetto di tutela della specie a cui si è dato vita da qualche tempo.
Successo anche per il concorso che ha coinvolto le scuole medie dell’Istituto comprensivo della Valle del Sagittario, al quale hanno preso parte tutti i 40 alunni. Il concorso è stato diretto dal professor Enrico Miccadei e dalla professoressa Loreta Marchione, presidente dell’Associazione Alfonso M. di Nola.
Tutti i treni in transito sulla ferrovia Roma-Pescara hanno fatto tappa a Cocullo, grazie all’accordo con Trenitalia, che ha messo a disposizione anche due treni speciali da Sulmona e da Avezzano.
Notevole il dispiegamento delle forze dell’ordine che hanno garantito l’accesso ed il fluire del traffico veicolare, grazie al coordinamento della Polizia municipale, diretta dagli agenti Carmine Di Berardino ed Erika Colella.
Il Sindaco Nicola Risio, la presidente della Pro Loco Gabriella Mostacci, il parroco e l’Associazione Alfonso M. di Nola danno appuntamento al 2013, sempre il primo maggio, che farà da coronamento ad un anno di intenso lavoro che avrà come obiettivo quello di fare di Cocullo il punto di forza della religiosità e della cultura popolare dell’intera Regione, con una serie di iniziative che verranno tempestivamente comunicate a quanti vedono nella festa cocullese un punto di riferimento religioso, culturale e turistico per l’intero Abruzzo.